
Sarà una primula il fiore simbolo della campagna per il vaccino anti COVID-19 che partirà da metà gennaio, realizzata dall’architetto Stefano Boeri, a significare l’inizio di una nuova primavera, dopo un lungo periodo di quarantena.
Saranno allestiti padiglioni a forma di fiore in tutte le piazze italiane nei quali verranno somministrate le dosi.
Ma vediamo nel dettaglio come si articolerà questa campagna.
Il piano di vaccinazione
Il piano del vaccino anti-COVID19 si baserà su tre punti; la progettazione del logo e la sua campagna, la costruzione dei padiglioni adibiti alla somministrazione del vaccino, ed infine la realizzazione di totem informativi da mettere nei luoghi pubblici.
Davanti agli ospedali, alle scuole, agli uffici e nei parchi, sarà infatti possibile ammirare e leggere questi totem che conterranno tutte le informazioni necessarie relative alla campagna di vaccinazione contro il COVID-19.
La primula sarà disegnata sulla superficie dei padiglioni, ben visibile dall’alto, e sui lati delle strutture: sembrerà che le piazze italiane sboccino tutte insieme, in un tripudio di petali e colori.
Ma perché proprio la primula?
La primula è il primo fiore che spunta con l’arrivo della stagione mite, rappresenta la rinascita e la speranza; quella rigenerazione di cui l’Italia ha bisogno. Nel linguaggio dei fiori simboleggia l’amicizia nascente, ma viene anche visto come emblema della giovinezza e della precocità. Se lo regalate, è un segno di buon auspicio e fortuna per chi lo riceve.
La campagna comunicativa
La grafica scelta da Boeri per il logo vede una grande primula con cinque petali fucsia, che svetterà sui padiglioni sparsi in tutta Italia. Lo spot girato vuole puntare su alcune leve persuasive partendo dallo slogan: “L’Italia rinasce con un fiore”.
L’altro elemento sarà quello di far indossare un nastro colorato a chi si è già sottoposto al vaccino, si pensa a un colore rosa o fucsia, come lo stesso fiore. In questo modo, così si crede, le persone saranno invogliate a farlo.
Il meccanismo è che se si vede gli altri farlo, lo faremo anche noi, senza contare poi sulle ripercussioni sociali.
Funzionerà?
I feedback sui social lasciano pensare che la campagna sia stata piuttosto superficiale, a partire dalla grafica, alla gestione degli spazi fino alla comunicazione. Alcuni addirittura riconducono, in maniera sarcastica, la progettazione del fiore alla stella a cinque punte ebraica.
L’architetto è stato inoltre attaccato per la semplicità della grafica progettuale; studenti di architettura avrebbero saputo far meglio. Di fatto quattro studenti del Politecnico di Milano avevano partecipato al concorso Unlocking Cities indetto dall’Università di Firenze. La loro proposta prevedeva, pensate un pò, l’inserimento negli spazi urbani di alcune strutture a forma di fiore.
Lo studio di Boeri si è subito distaccato da queste accuse di plagio. Secondo l’architetto, se tutti indosseranno il nastro al polso, quei pochi che saranno senza, potrebbero ritrovarsi isolati o mal visti. Certo, l’aggiunta dello spot con la musica motivazionale, lascia il tempo che trova.
Per il momento restiamo in attesa di sapere qualcosa in più sulla vaccinazione, grazie al costante aggiornamento dei media, e anche dai totem illustrativi che presto popoleranno gli spazi pubblici italiani.
Manteniamo sempre le distanze di sicurezza, indossiamo la mascherina e laviamo spesso le mani, non solo per la nostra salute, ma per quella di tutti.